Lo strumento elaborato dalla comunità scientifica internazionale come indicatore preventivo del degradarsi delle condizioni dei pazienti
Nell'ultimo decennio le ricerche in ambito clinico e sanitario si sono orientate a trovare dei metodi standard per valutare e migliorare 3 importanti fattori:
1) Riconoscere precocemente gli stati di deterioramento
delle condizioni del paziente
2) Creare delle procedure standard, sicure e tempestive per le cure
3) Aumentare la qualità di assistenza al paziente
Tutto questo perché da alcuni studi svolti dall'agenzia sanitaria NCEPOD britannica, iniziati nel 2006, è emerso che il tempo intercorso tra l'inizio del peggioramento delle condizioni cliniche e il trasferimento di un paziente in reparti di terapia intensiva era troppo lungo.
La conclusione che ne derivò fu che migliorando le situazioni assistenziali inadeguate, si sarebbe potuto evitare un numero importante di decessi.
A questo scopo sono nate molte versioni di un semplice strumento di controllo delle funzioni vitali, il cosidetto EWS: Early Warning Score. Il concetto alla base di EWS è la raccolta di parametri vitali in una scala a punteggi che fornisca un indice chiaro, standard e di immediata comprensione al fine di mettere in atto una risposta clinica prestabilita e uniformata.
Nel 2012 il Royal College of Physicians (RCP) ha sviluppato e redatto un EWS Nazionale che ha lo scopo di essere condiviso da tutti i servizi assistenziali e che è presente nelle direttive regionali italiane, il N.E.W.S..
Il personale sanitario idoneo (gli infermieri in ospedale) si occupano di misurare 6 parametri vitali:
→ Frequenza respiratoria
→ Frequenza cardiaca
→ Temperatura corporea
→ Pressione sistolica
→ Stato di coscienza
→ Saturazione di ossigeno
Al risultato delle misure si attribuisce un numero per ciascun parametro secondo la tabella 1.
La somma dei singoli punteggi determina il valore del N.E.W.S., ovvero l'indice di severità delle condizioni cliniche. In base al valore N.E.W.S. rilevato, si devono attuare le risposte cliniche descritte nella tabella 2.
La frequenza oraria delle misurazioni indicata nello strumento N.E.W.S. è uno dei fattori fondamentali per garantire l'efficacia di monitoraggio e quindi delle cure.
Nei testi delle direttive regionali e nei report delle agenzie sanitarie che si sono occupate di trattare tale argomento, si dà molta enfasi alla praticità dello strumento EWS e in particolare a come esso debba essere standardizzato e il suo impiego debba facilitare e accelerare il lavoro di routine del personale ospedaliero. Il suo impiego è in oltre largamente promosso al fine di migliorare la qualità del sistema della struttura e quindi attribuisce ad esso un valore di prestigio.
Tutto ciò è molto vero, ma se si analizza il costo in termini di tempo e personale per implementare il N.E.W.S. con le attuali tecnologie, non c'è da stupirsi se esso non è così diffuso o comunque non rientra strettamente nelle procedure dei reparti di degenza. Il carico di lavoro principale non è determinato dal calcolo dell'indice, ma dalla rilevazione dei parametri vitali. In un reparto di degenza medio, quindi intorno ai 40 letti (ovvero 40 pazienti) prendere i parametri per il N.E.W.S., riportarli nel PC ed eseguire il calcolo richiede all'incirca 10 minuti per paziente, per un totale di 6 ore. Per una corretta implementazione, ciò comporta necessariamente che 1 infermiere (almeno) per turno sia dedicato a questa attività, con il relativo costo aziendale.